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Israele, alla Camera caso detenuto palestinese Anan Yaeesh. Ascari (M5s): governo chiarisca

Roma, 8 apr - Il tribunale de L’Aquila, per ora, ha negato l’estradizione di Anan Yaeesh, cittadino palestinese di cui Israele aveva chiesto il rientro, che però rimane tuttora privo della propria libertà, in carcere a Terni. Ma soprattutto, il rischio estradizione non è ancora del tutto scampato, tanto che il 24 aprile è in programma una nuova requisitoria. E secondo il suo legale, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, “da gennaio a oggi, emerge in ogni provvedimento adottato una valutazione politica che prescinde, supera e marginalizza il piano del diritto, secondo il quale si sarebbe dovuto negare l’arresto a fini precauzionali”. Yaeesh, un militante palestinese di 37 anni, residente nel capoluogo abruzzese, è stato arrestato lo scorso 29 gennaio. Le autorità israeliane hanno avanzato una richiesta di estradizione, nonostante Anan avesse un regolare permesso di soggiorno con protezione speciale. La Corte d'Appello dell'Aquila ha deciso di non approvare l'estradizione in Israele per Anan Yaeesh, temendo che ciò potrebbe esporlo a un rischio di tortura. Rischio confermato da Khaled el Qaisi, ricercatore italo-palestinese che è stato detenuto dalle autorità israeliane senza accuse dallo scorso 31 agosto. È stato arrestato il 31 agosto, per un mese, mentre attraversava la Cisgiordania verso la Giordania dopo una vacanza con la famiglia nella sua città natale di Betlemme, e che ha denunciato durante la detenzione “deprivazioni del sonno, del cibo e sensoriale, senza contare le minacce ricevute: è assurdo che l’Italia con questi dati alla mano, e con Israele davanti alla Cpi, prenda anche lontanamente in considerazione di consegnare un prigioniero”.
“Chiederemo al ministro Nordio, lo abbiamo già fatto con una interrogazione, quali sono stati i motivi per i quali ha ritenuto di aderire alla richiesta di Israele e trasmettere gli atti al Tribunale de L’Aquila” spiega la deputata M5S Stefania Ascari, che ha ospitato una conferenza stampa alla Camera sul tema, aggiungendo: "Continueremo a pretendere una risposta dal ministro della Giustizia Nordio e dal ministro degli Esteri Tajani, anche perché non è cessato il rischio di una estradizione di Anan in Israele, che lo esporrebbe a dei pericoli molto seri. Questo non dobbiamo assolutamente consentirlo in uno stato di diritto, per questo continueremo a dare voce ad Anan, a pretendere risposte e a cercare di seguire con la massima attenzione questa vicenda, che potrebbe creare un precedente pericolosissimo per altri Anan per cui viene richiesta l'estradizione" conclude la parlamentare pentastellata. (PO / Sis) ////

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