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PAPA: C’E' CHI IN VATICANO
SPERAVA CHE MORISSI

PAPA: C’E' CHI IN VATICANO <br> SPERAVA CHE MORISSI

Il Corriere della Sera primo quotidiano al mondo a pubblicare stralci della biografia di Papa Francesco. Nel libro parla degli effetti in Vaticano dei suoi diversi ricoveri in ospedale: “Qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, è umano, non c’è da scandalizzarsi! Quando il Papa è in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c’è anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali. Per fortuna, nonostante i momenti di difficoltà, non ho mai pensato alle dimissioni”. Ricorda inoltre la sua ascesa al soglio pontificio dopo le dimissioni di Papa Benedetto. Ratzinger incontra i cardinali e promette “incondizionata reverenza e obbedienza al nuovo Papa che sarebbe stato eletto in conclave, e che era tra noi. Mi ha invece addolorato vedere, negli anni, come la sua figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa”. Inoltre scrive: “Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati. Ma questa è un’ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare”. 

Nelle anticipazioni non mancano passaggi sulla nonna paterna, piemontese, Rosa (“figura fondamentale per la mia formazione”), la fidanzata negli anni del seminario (“mi fece davvero girare la testa per quanto era bella e intelligente”). Nel libro il Papa parla di Maradona, Messi e della passione per il calcio, ma spiega perché non guarda in tv le partite dell’Argentina: “Era il 15 luglio 1990. Mentre con i confratelli stavamo guardando la televisione nella sala di ricreazione, vennero trasmesse delle scene poco delicate, per usare un eufemismo, qualcosa che non faceva di certo bene al cuore. Niente di osé, per carità, ma una volta tornato in stanza dissi tra me e me: “Un prete non può guardare queste cose”. E così l’indomani, alla messa per la festa della Madonna del Carmelo, feci il voto di non guardare più la tv!”. (14 mar - red)

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