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direttore Paolo Pagliaro

MOBILITA’, ISFORT: OLTRE 40 MLN AUTO, ELETTRICO ARRANCA

Gli italiani sempre più anziani si muovono di meno e per farlo non rinunciano alla loro vecchia auto. Anzi di vetture vetuste ne circolano sempre di più e sono inquinanti. L’elettrico costa caro e non decolla ma il Paese intanto raddoppia i punti di ricarica che sono più di quelli dei carburanti tradizionali. Gli spostamenti, negli ultimi 20 anni, hanno registrato un calo del 11,7%. Dato che potrebbe non sembrare allarmante se non fosse che la principale causa, l’inverno demografico, non si risolverà per gli anni a venire. Così la vecchia auto torna ad essere la prima scelta e l’elettrico arranca. Bus e metro, che stanno rinnovando le flotte, riusciranno a invertire questa atavica passione degli italiani per l’auto? No: l’invecchiamento del Paese pesa anche sulla popolazione scolastica e da qui a pochi anni (al 2030), la minor domanda di trasporto degli studenti si tradurrà in potenziali cali per il tpl che, soprattutto al sud, saranno a due cifre. Questo lo scenario raccontato dal 20mo Rapporto sulla mobilità degli italiani a cura di Isfort, l’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, che viene presentato oggi al CNEL, a Roma, con il supporto scientifico delle associazioni del TPL, Agens e Asstra, con il sostegno della Fondazione NC e con la partecipazione del Gruppo FS, di Istat e della Struttura Tecnica di Missione del MIT. Dalla ricerca emerge che il tasso di mobilità generale si posiziona tra l’80% e l’85%, con una riduzione di circa 4 punti percentuali tra il 2000 e il 2022; il picco dell’indicatore si è registrato nel 2017 (88,5%). Le percorrenze medie pro-capite giornaliere della popolazione mobile sono aumentate fino ai 38 km del 2008 e poi si è avviato un processo di contrazione che ha portato l’indicatore negli ultimi anni ad oscillare nella forchetta dei 25-30 km (ad eccezione del fisiologico picco negativo di 21,2 km registrato nel 2020, anno del Covid). Il tempo medio pro-capite giornaliero dedicato alla mobilità è di circa 60 minuti con un valore apicale registrato (di nuovo) nel 2008 (66 minuti) e il valore minimo sempre nel 2020 (48 minuti); tra il 2000 e il 2022 si è registrata una diminuzione dell’indicatore superiore al 10%. (redm)

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