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Gli allarmi sul fentanyl
già quarant’anni fa

di Piero Innocenti

Nel vertice di San Francisco, alcuni giorni fa, tra i presidenti di Stati Uniti e Cina, è stato preannunciato anche un accordo che impegna Pechino a contrastare l’esportazione di prodotti chimici usati per produrre il fentanyl, l’oppioide sintetico che sta causando, ogni anno, migliaia di morti negli Usa (nel 2022 sarebbero state oltre 100mila le persone morte per overdose da fentanyl). La DEA, l’agenzia antidroga americana, già nel 1985 aveva elaborato un dettagliato rapporto sulla composizione e sulla diffusione di questa droga sintetica informando anche lo SCA (allora Servizio Centrale Antidroga italiano, divenuto nel 1991 DCSA) che nel marzo 1986 diramava una circolare sulle droghe sintetiche che andavano diffondendosi citando espressamente il fentanyl.
Nei periodi in cui vi è scarsa disponibilità di eroina, i consumatori ricorrono a sostanze stupefacenti alternative come il Dilaudid, il Percodan o il Talwin. Da diversi anni la ricerca scientifica nel campo degli analgesici potenti ha portato alla scoperta di sostanze chimiche capaci di provocare nelle persone euforia e dipendenza fisica, in maniera analoga all’eroina. Sono state sviluppate tecniche non soltanto per la sintesi di sostituti dell’eroina quali gli analoghi del fentanyl e della meperidina, ma anche un metodo pratico ed economicamente conveniente di ottenere l’eroina dalla codeina.
Tra le “droghe elaborate” l’oppiaceo sintetico fentanyl (Innovar e Sublimaze, i nomi registrati) è la droga alternativa all’eroina più usato negli Usa. Accortisi che molti analoghi di questa sostanza non erano sottoposti a controllo, i chimici clandestini hanno sintetizzato un analogo del fentanyl , l’alpha-methyl fentanyl (sottoposto a controllo nel 1981) che è 300 volte più potente della morfina. Sono diversi i fattori che, secondo la DEA, rendono la sintesi del fentanyl particolarmente interessante per i trafficanti di droga: il fentanyl può essere fino a 2mila volte più potente dell’eroina e, quindi, è possibile tagliarlo notevolmente (con lattosio e mannitolo, come per l’eroina) con il conseguente aumento del valore in dollari; i costi delle materie prime e dell’attrezzatura di laboratorio sono così bassi che un chimico è in grado di ottenere una dose da 25 dollari con un spesa inferiore ai 15 centesimi; con un investimento di 200 dollari ed una settimana di lavoro in laboratorio si può ricavare un quantitativo di fentanyl che, venduto al dettaglio, consente un guadagno di alcuni milioni di dollari.
La preparazione del fentanyl, in linea generale, è simile a quella dell’eroina. Esso si scioglie facilmente in acqua senza necessità di riscaldarlo e, solitamente, viene iniettato. Studi condotti in passato hanno evidenziato che il fentanyl agisce più a lungo dell’eroina ma quest’ultima si manifesta inizialmente con maggiore intensità (iniziale eccitazione euforica). Spesso i consumatori provano a combinare tra loro droghe differenti allo scopo di accentuare gli effetti euforizzanti di una data droga e così negli Usa è stata frequentemente riscontrata la combinazione tra cocaina e fentanyl. In Italia, due recenti operazioni delle forze di polizia hanno portato al sequestro, a Viterbo, di una ottantina di grammi di fentanyl con un nigeriano arrestato. A Piacenza ci sono stati sette provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone coinvolte, a vario titolo, nel traffico di fentanyl. L’attenzione delle forze di sicurezza è massima anche in quello che è da noi considerato un “mercato di nicchia”.

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