Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Lorenzo Cagnoni: una bella storia
di politica e managerialità pubblica

Franco Fregni

Con la scomparsa di Lorenzo Cagnoni, Rimini perde uno dei protagonisti dei suoi ultimi decenni. Il nome di Lorenzo Cagnoni non è tra quelli conosciuti dal grande pubblico a livello nazionale, ma è noto e ammirato tra gli addetti ai lavori dell’economia, in particolare del settore fieristico, congressuale e turistico, sia a livello italiano che internazionale.

Cagnoni, che gli amici di Viserba chiamavano “Cino”, era il presidente di IEG, Italian Exhibition Group che controlla le società del settore fieristico e congressuale di Rimini e Vicenza. Dal 2019 la società è quotata in Borsa e l’anno scorso i ricavi sono stati di 162 milioni di euro. IEG è una realtà internazionale e tratta alla pari con i più importanti gruppi fieristici del mondo. Del Gruppo fanno parte diverse società che si occupano di tutti gli aspetti del settore. Tutti i numeri e la storia di questa società sono facilmente reperibili on line.
Quello che qui interessa dire è che quella della Fiera di Rimini è stata una lunga storia di successo, naturalmente attraversata da momenti difficili, e che Lorenzo Cagnoni è stato il principale protagonista di questa riuscita. Basti dire che Rimini, la principale località turistica italiana se si escludono le grandi città d’arte, grazie all’affermazione del settore fieristico e congressuale ha aggiunto alle sue possibilità un altro tipo di turismo: di qualità, redditizio e che attira ospiti durante tutto l’anno e non solo nella stagione estiva.
Come si dice nel settore economico una “case history” importante, che si snoda nel corso dei decenni e che ha visto come protagonista sempre Cagnoni.
Ed è questo l’aspetto più importante di questa vicenda. Cagnoni, narra la leggenda, era di simpatie di destra in gioventù, poi è passato al Partito Comunista e ha iniziato una lunga carriera politico amministrativa nel “partitone” che lo ha visto diventare, alla fine degli anni 80 vicesindaco di Rimini. Negli anni ’90 inizia un’altra pagina della vita di Cagnoni che diventa manager pubblico delle società partecipate dalle amministrazioni. Ed è a questo punto che avviene una “svolta”, il “politico” diventa “amministratore istituzionale” e lo fa per il bene di tutta la città e per il beneficio di tutti i cittadini. Senza rinunciare alle sue idee, si pone come gestore del bene pubblico, facendo fruttare gli investimenti di una comunità. Nasce così la storia della “nuova” Fiera di Rimini, partita da un orologio che scandiva il conto alla rovescia del nuovo quartiere fieristico, conto alla rovescia che fu pienamente rispettato, cosa del tutto anomala nel panorama italiano. Da quel momento sono iniziati altri conti alla rovescia, non sempre rispettati al centesimo, puntellati di difficoltà ma, al netto delle traversie tipiche di ogni attività, che hanno sempre creato valore aggiunto per la città e il territorio.
Si potrebbero sollevare obiezioni sulla piena riuscita dei singoli momenti di questo percorso. Si potrebbero rinvangare polemiche. Si potrebbe chiosare sul fortissimo potere raggiunto da Cagnoni: il “Cino” di Viserba era diventato l’“Imperatore”. Ma il dato che risalta è il comportamento di Cagnoni: ha gestito gestire ingenti risorse dei cittadini e degli investitori e le ha fatte fruttare, senza polemiche, senza dichiarazioni fuori luogo, senza atteggiamenti di parte.
In un momento di grande sfiducia nella politica e nelle istituzioni restano belle pagine e grandi personaggi a cui pensare e da prendere come riferimento. E resta sempre fondamentale la persona che fa la differenza.

(© 9Colonne - citare la fonte)