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Marcinelle, Di Maio: Emblema delle conquiste sociali dei lavoratori italiani

“Il sacrificio di Marcinelle resta fortemente impresso nella memoria collettiva dei popoli italiano e belga, e anche dell’Europa tutta, considerate anche le diverse nazionalità delle vittime dell’incidente minerario”. Lo afferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in occasione del 65° anniversario del disastro di Marcinelle, che si è celebrato ieri. “Proprio al popolo belga desidero rivolgere tutta la mia vicinanza, per la catastrofe naturale dell’alluvione dei giorni scorsi, che ha causato 36 vittime. Una tragedia diversa, ma pur sempre un disastro inaspettato, cui l’Italia con altri Paesi europei ha risposto attraverso aiuti della Protezione Civile, e che ci induce a riflettere sulle conseguenze del nostro comportamento sull’ambiente, la grande scommessa del futuro, così come la ricerca del lavoro era la scommessa del popolo italiano uscito dal Secondo conflitto mondiale - sottolinea Di Maio -. Il ricordo di Marcinelle è così sentito e attuale perché rappresenta l’emblema delle conquiste sociali dei lavoratori italiani, così come di quelli europei e di tutto il mondo. La promozione di un lavoro equo, tutelato e sostenibile deve essere oggi più che mai al centro della nostra risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali determinate dalla pandemia da COVID-19, risposta che viene fornita dai vari Piani di rilancio nazionali adottati sulla base dei fondi europei, grazie allo sforzo congiunto dei 7 Stati membri che hanno deciso di affrontare uniti l’emergenza globale”.

LA COMMEMORAZIONE A BELLUNO - L’Associazione Bellunesi nel Mondo ha organizzato ieri, domenica 8 agosto, una semplice commemorazione davanti al monumento dell’emigrante presso la sede Abm in via Cavour 3 a Belluno. Presenti come sempre i gagliardetti delle Famiglie Ex emigranti e d’Italia, oltre alla partecipazione di diverse Amministrazioni comunali del Bellunese e il Gruppo alpini della città di Belluno. “Siamo qui per ricordare, per non dimenticare – le parole del presidente dell’Associazione Bellunesi nel mondo Oscar De Bona – il sacrificio dei nostri bellunesi, veneti e italiani che nel corso di tutto il Novecento sono emigrati e hanno trovato difficoltà, sofferenza, a volte anche la morte, lontano da casa. E tutto questo per dare un futuro migliore alla propria famiglia e al nostro Paese, l’Italia”.

IN RICORDO DELLE VITTIME FRIULANE - “Ricordiamo i 7 minatori friulani tra le 136 vittime italiane: Pietro Basso di 26 anni di Fiume Veneto (PN), Mario Buiatti di 31 anni di Udine, Ruggero Castellani, 41 anni di Ronchis (UD), Ferruccio Pegorer, 26 anni di Azzano Decimo (PN), Armando Zanelli, 33 anni di San Giorgio di Nogaro (UD), Ciro Natale Piccolo, 36 anni di Povoletto (UD), e Lorenzo De Santis, 29 anni di Flaibano (UD)”: a scriverlo è l’Ente Friuli nel Mondo in un post sulla sua pagina Facebook.

IL RICORDO DEL CTIM - “Se da una parte c'è chi come la comunità del CTIM non smette di onorare quelle vittime, dall'altro permangono le continue e spiacevoli azioni denigratorie contro i simboli dell'italianità nel mondo, come le statue di Colombo: in una giornata di ricordo e rispetto come questa l'auspicio è che i grandi traguardi ottenuti in tutti i continenti dai nostri connazionali, anche quelli sportivi legati alle Olimpiadi giapponesi, siano da monito per fermare la folle deriva iconoclasta che ha preso piede”, sottolinea Segretario Generale del CTIM, Roberto Menia, Responsabile del Dipartimento Italiani all'Estero di Fratelli d’Italia. “Questa giornata a distanza di 20 anni dovrebbe far riflettere per capire se i lavoratori oggi svolgono la propria attività in più sicurezza e che le infrastrutture ivi incluse le grandi opere siano costantemente controllate ed ispezionate secondo le norme. Certamente ci vuole più' prevenzione per evitare ulteriori incidenti e tragedie. Non solo le aziende ma anche gli organi competenti dello stato devono assumersi la responsabilità per una campagna di sensibilizzazione e di disciplina nel rispetto delle regole. A nome mio e di tutto il Comitato Tricolore per gli italiani nel Mondo ci associamo al ricordo e al sacrificio di tutti i lavoratori in Patria e nel Mondo”, afferma Vincenzo Arcobelli, Presidente CTIM.

MAIRE: RICORDARE IL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO - “Tale tragedia, sempre nella nostra memoria, ci faccia riflettere sulle ultime morti sul lavoro che funestano il nostro Paese. L’Italia, con le sue istituzioni, lavori per fare in modo che partire sia una scelta, non un obbligo. Celebriamo quindi l’8 agosto anche come la Giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo, per non dimenticare tutti coloro che sono morti lavorando, lontani da casa, pur di garantire ogni giorno il pane alle proprie famiglie”. Lo dichiara il Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, ex Sottosegretario agli Esteri.

GARAVINI (IV): UNA FERITA INDELEBILE - “Diritto al lavoro. E ad un lavoro sicuro. Anche al di fuori del proprio Paese. Ci parla di questo, la tragedia di Marcinelle. Di cui quest’anno ricorre il 65esimo anniversario. In ricordo dei 136 nostri connazionali, che insieme ad altri 126 minatori, morirono a causa di un tragico incidente nel Bois du Cazier, la miniera di carbone in Belgio, vicino a Charleroi. Una ferita indelebile per il nostro Paese. Che ha segnato una delle pagine più dolorose della nostra storia migratoria. Al punto da venire individuata come Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, dichiara la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente della Commissione Esteri. (Red - 9 ago)

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