Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Tra arte e storia del Giappone a Bologna con Yumi Karasumaru

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Tra arte e storia del Giappone a Bologna con Yumi Karasumaru

Un’occasione unica per scoprire l’arte di Yumi Karasumaru: dal 10 maggio al 1° giugno, Palazzo Vizzani a Bologna, sede dell’associazione Alchemilla, apre al pubblico “Yumi’s New School”, mostra personale dell’artista giapponese a cura di Roberto Pinto. Il progetto “Yumi’s New School”, è stato cucito su misura sulla figura dell'artista Yumi Karasumaru, per svelare alcuni degli aspetti più significativi del suo lavoro. Nel percorso artistico di Yumi Karasumaru, infatti, si intrecciano la relazione con le sue radici, il Giappone, e il suo approdo in Italia. Proprio questa distanza con la sua cultura di provenienza le ha permesso di ripercorrere ricordi, memorie, drammi personali e collettivi, riti e abitudini del Paese del Sol Levante, senza cadere nella trappola della retorica o del celebrativo, ma con uno sguardo interrogativo e conoscitivo. Nelle sue opere – sia nei quadri e nei disegni, sia nelle performance — si trova la necessità di creare un dialogo con gli spettatori attraverso una contaminazione tra “Storia” e storie personali, tra collettivo, pubblico, e l’intimo, il privato. Con “Yumi's New School”, l’artista vuole ulteriormente assottigliare la distanza con il pubblico costruendo un’esperienza condivisa sia attraverso due distinte performance sia trasformando una parte dello spazio espositivo in un suo studio temporaneo in cui i visitatori saranno invitati a lavorare accanto a lei per tutta la durata della mostra, condividendo i processi ideativi e realizzativi. La performance inedita che si potrà vedere in occasione dell'inaugurazione del 10 maggio, “Pro-Memoria di Onoda - l'ultimo samurai”, s’incentra sull’incredibile esperienza di Hiroo Onoda, soldato giapponese rimasto per quasi trenta anni nella giungla di una sperduta isola nell’arcipelago delle Filippine credendo che la Seconda guerra mondiale non fosse finita. La performance che sarà presentata il 22 maggio, “The Double Pop Songs”, è frutto di una selezione di canzoni pop giapponesi, denudate dalla musica, le cui parole saranno proiettate sul corpo dell’artista in kimono bianco, come fosse uno schermo. Due sale verranno allestite con una serie di dipinti: la prima comprenderà una decina di lavori selezionati dalla vastissima serie "Facing Histories" realizzata nel 2015, in occasione dell'anniversario dell'esplosione atomica di Hiroshima e Nagasaki; nella seconda sala troveranno spazio alcuni lavori di medie dimensioni su tela e su carta della nuova serie "Learning from the past", ispirata all'arte giapponese del periodo Edo. Una terza sala sarà dedicata alla proiezione dei video delle performance realizzate dall'artista durante la sua carriera. Una quarta sala, infine, ospiterà il suo atelier temporaneo, un laboratorio aperto a tutti il cui l'obiettivo è di lavorare insieme, discutere, offrire il proprio sguardo e accogliere lo sguardo altrui. Si potrà, dunque, assistere al processo di realizzazione di un'opera dell’artista, per capire dall’interno la sua poetica, e anche provare a disegnare accanto a lei. Yumi Karasumaru è nata a Osaka e attualmente vive e lavora tra Bologna e Kawanishi, in Giappone. Ha conseguito la laurea all’università d’arte di Kyoto e il diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dagli inizi degli anni Novanta la ricerca di Yumi si sviluppa parallelamente tra immagine pittorica e performance, perseguendo un’intensa indagine culturale che riguarda il rapporto tra presente e passato del suo paese d’origine. In questo stesso periodo ha preso parte come pittrice e performer a importanti rassegne internazionali in Europa, Stati Uniti e Giappone. La mostra è promossa da Alchemilla, con l’aiuto di Banca di Bologna e con il sostegno di Associazione Culturale Acribia. (gci)

GIOVANI TALENTI DELL’ARTE IN ESPOSIZIONE A PIEVE DI CENTO (BO)

I giovani talenti dell’arte vanno in mostra: dallo scorso 14 aprile fino al 28 luglio, presso la Pinacoteca Civica “Graziano Campanini” di Pieve di Cento (BO) sarà visitabile “Insurrezioni dello sguardo”, mostra collettiva a cura di Guido Molinari che riconferma la collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Bologna e la Pinacoteca, inserita all’interno del polo culturale “Le Scuole” di Pieve di Cento. Le due Istituzioni hanno siglato una convenzione triennale che prevede una proficua condivisione di attività e progetti. L’esposizione, promossa e organizzata dal Comune di Pieve di Cento e dall’Unione Reno Galliera, coinvolge studentesse e studenti iscritti all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che propongono opere afferenti a diversi ambiti. Saranno in mostra realizzazioni grafiche attinenti all’ambito del fumetto e sculture polimateriche e policrome. I giovani talenti provengono, in particolare, dal Biennio di Scultura (Lorena Bucor, Sara Cortesi), dal Triennio di scultura (Matteo Beneduce, Agnese Caleffi, Cosimo Chirico, Elysee Farazmand, Tunancagan Havrandere), dal Biennio di Linguaggi del Fumetto (Diandra Cannata, Icaro, Alice Marchi, Susanna Quartesan, Vittorio Renzi, Francesca Sfondrini) e dal Triennio di Fumetto Illustrazione (Grazia Bacchetti, Francesca Benzi, Bennu Cordone, Dayla Ottani, Julius Albert Reboldi, Miriam Tomis). Il titolo focalizza l’attenzione sul dialogo tra l’artista e il pubblico in quanto uno dei principali tratti distintivi dell’arte: lo sguardo libero dell’artista si confronta con lo sguardo aperto e disponibile di chi osserva e valuta. È attraverso questo scambio che l’arte evolve e si trasforma, poiché entrambe le parti sono chiamate a superare i confini convenzionali e ad abbracciare la diversità e l’innovazione. L’accettazione della novità può essere un processo talvolta destabilizzante per gli spettatori, poiché li costringe a mettere in discussione le proprie certezze e ad accogliere il cambiamento. Ma è attraverso questo dialogo dinamico che l’arte continua a esplorare i confini e a mostrare nuove prospettive sul mondo che ci circonda. Ugualmente, la scelta di mettere a confronto le opere di scultura contemporanea con l’arte ampiamente storicizzata all’interno degli spazi della Pinacoteca rivela un’intenzione di esplorare i legami intrinseci tra le diverse epoche. Ogni opera, sia essa antica o contemporanea, riflette le idee e le aspirazioni del suo tempo, fungendo da specchio per la società e la cultura in cui è stata creata. La Pinacoteca diventa un luogo d'incontro tra passato e presente, dove il confronto arricchisce la comprensione dell'arte nel suo complesso. In questo dialogo dinamico, le opere d'arte diventano ponti che collegano le epoche e le culture, rivelando la persistenza e la vitalità dell'arte attraverso i secoli. “Lo sviluppo della collaborazione con la Pinacoteca Civica di Pieve di Cento ‘Graziano Campanini’ - commenta Cristina Francucci, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Bologna - si configura come un’opportunità formativa sempre più solida e radicata per gli studenti dell’Accademia. Il confronto tra le loro opere e l’arte contemporanea, come anche quella antica, diviene un’occasione per innescare un importante percorso di maturazione e accrescimento. Questo contesto inoltre determina un’occasione unica per gli artisti emergenti per comprendere come il loro lavoro venga interpretato e recepito dal pubblico, fornendo così un’opportunità preziosa per lo sviluppo della propria identità artistica. Di nuovo, il pensiero volge alla personalità di Graziano Campanini, ispiratore di una vivacità culturale fuori dal comune, nel desiderio, con queste iniziative, di porre un percorso di continuità che non sia solo simbolico ma concreto ed incisivo”. (gci)

ARRIVANO A ROMA GLI SCATTI DELLE CELEBRITA’ DI VINCENT PETERS

Arriva a Roma la mostra del fotografo di fama internazionale che ha reso immortali celebrities, brand e campagne pubblicitarie in tutto il mondo. Dopo il grande successo riscosso a Palazzo Reale di Milano e a Palazzo Albergati di Bologna, dal prossimo 16 maggio Palazzo Bonaparte a Roma ospiterà una delle mostre fotografiche più visitate dell’anno: “Timeless Time” è un viaggio tra gli scatti iconici e senza tempo del fotografo Vincent Peters che, fino al 25 agosto, presenterà una selezione di lavori in bianco e nero in cui la luce è protagonista nel definire le emozioni e raccontare le storie dei soggetti ritratti e della loro intima capacità di riflettere la bellezza. Christian Bale, Monica Bellucci, Vincent Cassel, Laetitia Casta, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, David Beckham, Scarlett Johansson, Milla Jovovich, John Malkovich, Charlize Theron, Emma Watson e Greta Ferro sono solo alcuni dei personaggi famosi i cui ritratti sono esposti a Palazzo Albergati. Si tratta di scatti realizzati tra il 2001 e il 2021 da Vincent Peters che, usando un’illuminazione impeccabile, eleva i suoi soggetti a una posizione che spesso trascende il loro status di celebrità. La mostra a Palazzo Bonaparte cerca di raccontare questo filo rosso, lo sguardo umanistico di un fotografo che ha fatto sua la tradizione occidentale e italiana. La mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Nobile Agency ed è curata da Maria Vittoria Baravelli. Main sponsor è Credem Euromobiliare Private Banking, sponsor Mercedes-Benz Italia e Cantine Ferrari Trento, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale e hospitality partner Hotel Eden - Dorchester Collection. Vincent Peters nasce a Brema, in Germania, nel 1969 e all’età di vent’anni si trasferisce a New York per lavorare come assistente fotografo. Tornato in Europa nel 1995, ha lavorato per diverse gallerie d'arte e su progetti personali e nel 1999 ha iniziato la sua carriera presso l'agenzia di Giovanni Testino come fotografo di moda. Negli anni Vincent Peters si specializza nei ritratti di celebrità, scattando campagne leggendarie per riviste di tutto il mondo, distinguendosi con il suo stile cinematografico. Il suo portfolio comprende lavori per brand come Armani, Celine, Hugo Boss, Adidas, Bottega Veneta, Diesel, Dunhill, Guess, Hermes, Lancome, Louis Vuitton, Miu Miu, Netflix, solo per citarne alcuni. Le sue opere sono state esposte in gallerie d'arte internazionali tra cui, ad esempio, Camera Work a Berlino, Fotografiska a Stoccolma e il prestigioso Art Basel in Svizzera. (gci)

“EFFETTO NOTTE”: A ROMA LE OPERE DELLA COLLEZIONE DI TONY ED ELHAM SALAME’

Le opere dalla collezione di Tony ed Elham Salamé sono pronte ad affascinare il pubblico di Roma: dallo scorso 14 aprile fino al 14 luglio, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con Aishti Foundation di Beirut, presentano a Palazzo Barberini la mostra “Effetto notte: Nuovo realismo americano”, a cura di Massimiliano Gioni e Flaminia Gennari Santori. Più di 150 le opere esposte, tutte provenienti dalla collezione di Aishti Foundation, una delle più importanti istituzioni di arte contemporanea sulla scena internazionale, fondata 25 anni fa dall’imprenditore italo-libanese Tony Salamé e dalla moglie Elham. La mostra prende il titolo da un’opera dell’artista newyorkese Lorna Simpson: “Day For Night” – in italiano, “Effetto notte” – è un trucco cinematografico che consente di filmare scene notturne durante il giorno. Il titolo è stato reso celebre da un film di Francois Truffaut del 1973: in francese l’effetto notte si chiama “Nuit Américaine”, la notte americana, un’immagine che ben si addice alle visioni chiaroscurate di questi artisti che negli ultimi decenni hanno catturato la realtà dell’America in tutta la sua complessità. Palazzo Barberini ospiterà una selezione di opere di artisti attivi negli Stati Uniti – tra cui Cecily Brown, George Condo, Nicole Eisenman, Urs Fischer, Wade Guyton, Julie Mehretu, Richard Prince, Charles Ray, David Salle, Dana Schutz, Cindy Sherman, Lorna Simpson, Henry Taylor, Christopher Wool e molti altri – il cui lavoro si confronta con la questione cruciale del realismo e della rappresentazione della verità. La mostra espone opere di artisti emergenti accanto al lavoro di importanti predecessori che hanno anticipato le recenti riflessioni sul concetto di verismo e rappresentazione. Questa riflessione sul realismo trova un’originale e straordinaria collocazione nelle Gallerie Nazionali di Arte Antica che raccolgono la più ampia collezione al mondo di pittura caravaggesca, ovvero di opere di artisti che, per la prima volta e su scala europea, ambiscono a una rappresentazione naturalistica della realtà. Tra interni barocchi e spazi monumentali, la mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere ed esplorare gli sviluppi più recenti dell’arte negli Stati Uniti – visti attraverso una delle collezioni più importanti degli ultimi decenni – in dialogo con l’arte e l’architettura di Palazzo Barberini, in una ricca esplorazione delle relazioni che dal Seicento a oggi ancora si intersecano tra rappresentazione della realtà, potere e spettacolo. (gci)

“SILENTIUM”: A VENEZIA LA PERSONALE DI EDUARD ANGELI

Il 12 novembre 2019 Venezia viene colpita dalla più grave acqua alta registrata dagli anni Sessanta. In quei giorni l'acqua salata inonda anche lo studio al piano terreno della casa dove l'artista Eduard Angeli (Vienna, 1942) abita da quindici anni. L’avvenimento causa il danneggiamento e la distruzione delle sue opere e lo sconvolge al punto da fargli lasciare la città e rientrare a Vienna. Per ricordare quell’evento, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia presenta nello spazio del Magazzino del Sale alle Zattere la mostra “Silentium”, personale del pittore austriaco Eduard Angeli a cura di Philip Rylands, visitabile dallo scorso 13 aprile fino al 24 novembre. La mostra espone un corpus di 14 opere, tra paesaggi notturni, diurni, interni e costruzioni caratterizzate da un’inquietante immobilità e dall’assenza di figure umane: composizioni dal silenzio assordante, di cui Venezia, per la predisposizione al surrealismo e al simbolismo, è naturale protagonista. (gci)

NELLA FOTO. Yumi Karasumaru, FACING HISTORIES n.11 Atomic Series - Nagasaki, 2015, 25x35 cm

(© 9Colonne - citare la fonte)