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direttore Paolo Pagliaro

PREMIO NOBEL EBADI:
IRAN TEME IL POPOLO

PREMIO NOBEL EBADI: <BR> IRAN TEME IL POPOLO

“L’attacco iraniano contro Israele è stato un vero errore. Prima di tutto c’è un aspetto militare: gli ayatollah non potranno mai vincere una guerra contro Israele e i primi a saperlo sono proprio loro che subito dopo si sono premurati di dire ‘per noi è finita qui’. Sapevano anche che Netanyahu avrebbe risposto e lo avrebbe fatto duramente. Vediamo la prossima mossa”. Lo afferma l’avvocata, attivista iraniana e premio Nobel per la Pace 2003, Shirin Ebadi in una intervista al Corriere della Sera. “Non ho una risposta certa, per me è una follia. Ma credo che la Repubblica islamica abbia voluto comunicare che se vuole può cambiare le carte in tavola. Che i suoi non sono solo slogan, ma ci tiene che si sappia che ha una vera volontà politica contro lo Stato ebraico. Dal 1979, dalla Rivoluzione islamica, sia il primo leader supremo, l’ayatollah Khomeini, che il suo successore Khamenei hanno sempre ripetuto che Israele deve sparire. Probabilmente, in questo caos mediorientale e dopo l’attacco all’ambasciata di Damasco, il regime ha pensato di spaventare Netanyahu, per far sì che non attacchi né l’Iran né i suoi amici”. Cosa dicono le persone che vivono nel Paese? “Nessuno vuole la guerra. Stiamo vedendo a Gaza che cosa vuol dire: migliaia di morti, case e infrastrutture distrutte. Nemmeno gli ayatollah vogliono un conflitto. Urlano, minacciano ma non avrebbero le forze per reggere le bombe israeliane”, “i leader della Repubblica islamica hanno ben chiaro che più dell’80% dei cittadini li vuole cacciare. Hanno paura che il popolo utilizzi questo conflitto per far scoppiare una guerra interna contro gli ayatollah, o che scenda di nuovo nelle strade. Hanno aumentato la polizia morale, sono tornati a essere molto aggressivi con le donne che non indossano il velo, hanno fatto sapere che chiunque supporti Israele, anche via social, verrà messo in prigione. Il primo, vero nemico di Khamenei è il popolo iraniano”. (18 apr - red)

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