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direttore Paolo Pagliaro

il mio bimbo

Nei primi tre anni di vita si deve giocare per crescere

Ecco le attività da svolgere per stimolare lo sviluppo intellettivo e motorio


L’educatrice Maria Montessori ha paragonato la mente del bambino nei primi anni di vita a una spugna in grado di assorbire tutto ciò che lo circonda in modo naturale, senza fatica. Anche giocare, quindi, è una cosa seria. Attraverso il gioco, infatti, i genitori possono trasmettere al bambino stimoli, esperienze e sensazioni che pongono le basi del suo sviluppo e della sua intelligenza creativa. Da 0 a 6 mesi si sviluppano le capacità motorie e intellettive di base: via libera a giochi tattili, come palestrine e tappetoni, giochi sonori e olfattivi. Un gioco da fare a casa senza troppi sforzi è anche quello delle “prese”: allontanare e avvicinare un oggetto stimolando il bambino a prenderlo, associando parole e movimento.

Per l'autonomia
Da 6 a 12 mesi il bambino sarà attratto da tutto ciò che riesce a “sentire” e afferrare: ad esempio, riempiendo delle bottiglie trasparenti vuote con pasta, cereali, legumi, riso, stoffe il bambino interagirà con esse sia con la vista sia con l’udito. Stessa cosa può essere fatta utilizzando diversi tipi di carta (stagnola, carta forno, lucida) da stropicciare. Da 1 a 2 anni giochi simbolici, travestimenti e primi disegni aiutano il bambino a “fare da solo”, dando sfogo alla sua creatività. Tra i 2 e i 3 anni, l’autonomia ludica del bambino è quasi completa e si può “osare” con disegni più complessi (come colorare dentro i bordi di un disegno), la pittura con le dita e l’incontro con diversi tipi di materiali, che possono essere travasati (come sabbia, terra o farina) oppure modellati (come la pasta di sale).

(© 9Colonne - citare la fonte)