di Paolo Pagliaro
Oggi, giornata mondiale dell’Alzheimer, è stata restituita un po’ d’attenzione a chi ogni giorno deve fare i conti con il furto di vita rappresentato dalla più diffusa tra le forme di demenza.
Condividono il problema. spesso lo sgomento, 700 mila famiglie, dunque – tra gli ammalti e i loro cari - alcuni milioni di italiani. Il peso della malattia grava soprattutto sulle donne, che si fanno carico dell’assistenza. Se i costi attribuiti all’Alzheimer variano tra i 15 e i 16 miliardi l’anno , quelli sostenuti dalle famiglie sono circa l’80%.
L’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo. Quindi da noi la patologia è più diffusa ma anche la ricerca è più avanzata. Nel prossimo futuro potrebbe essere possibile cambiare il corso della malattia partendo dalle sue primissime fasi. caratterizzate da un decadimento cognitivo lieve. Per la prima volta si affacciano all’orizzonte dei farmaci in grado di modificare lo scenario.
Per questo, la prima delle richieste avanzate oggi dall’Associazione italiana malattia di Alzheimer(Aima) e dalla Società Italiana di Neurologia riguarda strutture e risorse del servizio sanitario nazionale. Nell’ambito del Pnrr, dovrebbero trovare spazio anche i Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, con medici, professionisti sanitari e assistenti sociali. Le famiglie andrebbero aiutate anche attraverso la formazione di badanti con competenze specifiche.. Oggi a Milano 15 psicologi sono stati eccezionalmente a disposizione di chi chiedeva consigli e conforto. Da domani – in attesa che lo Stato si organizzi - consulenza e sostegno torneranno di competenza dei volontari di Aima. Il loro numero verde ha raccolto fino ad ora oltre 200 mila chiamate.
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