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Italiani all’estero, Cgie: Serve una svolta, il governo ci ascolti

Italiani all’estero, Cgie: Serve una svolta, il governo ci ascolti

Il governo indichi quali iniziative intende prendere per portare avanti politiche efficaci per gli italiani nel mondo. Lo chiede il Consiglio generale degli italiani all’estero, guidato da Michele Schiavone, che venerdì scorso ha avuto un primo incontro con il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, sugli indirizzi del governo in tema di emigrazione. Il Cgie lamenta “scarsa attenzione” per il mondo della rappresentanza italiana all’estero e si aspetta “una svolta” nelle politiche per i connazionali che vivono fuori dall’Italia (circa 6 milioni registrati all’Aire a cui si aggiungono tra i 60 e gli 80 milioni di italo-discendenti). “Le nostre aspirazioni sono state soffocate da una politica cieca e da un governo che non tiene conto di questo mondo, parte integrante di qualcosa di molto più complesso a cui si deve dare attenzione”, afferma Schiavone in una conferenza stampa convocata dopo l’incontro con Della Vedova, a cui il Cgie chiede di “inserire l’argomento tra le priorità del governo per farne un momento di rilancio della presenza degli italiani nel mondo”. “Se l’Italia sarà rilanciata - sottolinea Schiavone - abbiamo l’obbligo di rilanciare anche le politiche per gli italiani all’estero, che non vanno interpretate in maniera marginale ma come il fulcro della vita delle comunità diffuse in tutto il mondo, che danno un apporto straordinario al Sistema Italia”. Quello che il Cgie si aspetta dal governo è “un’iniziativa dialogante e di indirizzo che ci possa far conoscere le intenzioni a livello complessivo” sugli italiani all’estero. “Serve passare dalla teoria alla prassi, ci aspettiamo che il governo indichi quali sono le iniziative che intende prendere”, ribadisce Schiavone ricordando che nel Piano di ripresa e resilienza che il premier Draghi sta presentando alle Camere “non c’è nessun riferimento alle politiche per gli italiani all’estero: un argomento che non viene trattato nella maniera in cui auspichiamo e vorremmo”.

Tra i temi sul tavolo dell’incontro tra il Cgie e Della Vedova, c’è anche quello delle elezioni dei Comites, fissate il 3 dicembre. Secondo Schiavone “serve capire, nella situazione attuale, se ci sia un piano B, come e quando i paesi colpiti dalla pandemia debbano partecipare, le modalità di voto e il percorso per raggiungere l’appuntamento”. “Noi auspichiamo che ci sia un programma complessivo che parta dalla comunicazione, a cui la Farnesina sta già lavorando, per cercare di mettere insieme un programma che dovrà sostenere la campagna elettorale”, prosegue Schiavone ricordando che le elezioni dei Comites “coinvolgono 101 Comitati all’estero, la rappresentanza di base dei territori, ai quali dovrebbero aggiungersi 12 nuovi nei territori dell’Asia e del Medio Oriente”. Il Cgie ribadisce, inoltre, la necessità di arrivare alle elezioni con un riforma della legge che regola Comites e Cgie, alla quale agganciare una riforma complessiva di tutta la rappresentanza italiana nel mondo. “Anche le politiche per gli italiani all’estero dovranno essere aggiornate per far esprimere al meglio le nostre comunità”, soprattutto dopo “il referendum che ha tagliato il numero dei parlamentari, compresi quelli eletti all’estero. Riteniamo che la rappresentanza degli italiani all’estero deve essere posta allo stesso livello della rappresentanza nelle amministrazioni locali e in Parlamento”, continua Schiavone ricordando che dalla plenaria del Cgie di qualche anno fa è già uscita una proposta articolata di riforma. Gli fa eco Silvana Mangione, vice segretario generale del Cgie per i Paesi Anglofoni Extraeuropei: “E’ uno spreco di soldi far votare per i Comites con le leggi attuali: la legge dei Comites è datata 2003 e quella del Cgie è del 1998. Non è vero che non è possibile attuare la riforma in tempi brevi”, afferma Mangione ribadendo che “l’inversione dell’opzione per poter votare è anticostituzionale”.

Sul fronte sanità, Schiavone ricorda l’impegno del Cgie nel sostenere gli italiani all’estero in difficoltà e si sofferma sulla recente ordinanza firmata dal commissario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, che permette la somministrazione del vaccino anti-Covid ai cittadini iscritti all'Aire che sono temporaneamente in Italia: “Siamo stati sollecitati più volte in questo senso e l’ordinanza è stata firmata: un lavoro felice che abbiamo svolto insieme ad alcuni parlamentari eletti all’estero”. A Della Vedova il Cgie ha ribadito anche l’urgenza di convocare la Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-Cgie (che non si svolge da oltre dieci anni e che ha il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche per le comunità italiane all’estero) e la necessità di “interventi sulla rete consolare: di digitalizzazione, semplificazione dei processi e di un sostegno aggiuntivo soprattutto per quanto riguarda le risorse umane. La Farnesina deve investire nella digitalizzazione - chiosa Schiavone - per accelerare il lavoro negli uffici”. Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai giovani: “Parlare di politiche giovanili senza coinvolgere gli italiani all’estero è una miopia, serve una governance che permetta ai giovani di attrezzarsi di un bagaglio per essere competitivi all’estero e per acquisire le best practice da riportare in Italia. E’ umiliante avere a che fare con sordi che non vogliono capire quali sono le esigenze: come esiste un Osservatorio per i giovani in Italia, abbiamo bisogno di un Osservatorio o di un’Agenzia in giro per il mondo, un punto di riferimento - conclude Schiavone - per dare delle aspettative ai giovani che spesso cercano il loro futuro altrove. Devono essere create condizioni nuove affinché chi parta lo faccia con consapevolezza”. (Sip - 27 apr)

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